sociologia: la società di massa

La comunità è una collettività unita da rapporti ad altro livello di intimità personale, da legami profondi e da un forte impegno reciproco. 
Quest'idea di comunità cominciò a cambiare a partire dal diciassettesimo secolo a seguito del razionalismo e dell'illuminismo. Si cominciò a dare maggiore importanza al singolo e la sua facoltà di pensare e agire razionalmente diventi nuovo collante sociale. 
Il sociologo Durkheim specifica i due periodi con i due termini "solidarietà meccanica" e "solidarietà organica".
La prima è tipica della società preindustriale, caratterizzata da individui che si assomigliavano e si conoscevano, svolgevano il medesimo lavoro e possedevano valori identici.
La seconda invece è tipica della società industriale dove il lavoro si specializza, i valori e i comportamenti cambiano e proprio grazie a ciò la società rimane unita. 

Alcuni aspetti che si evolvono nel passaggio da una società all'altra sono, per esempio eventi che prima venivano svolti all'interno della comunità (nascita, malattia, educazione, matrimonio, lavoro) e che adesso sono carico dello Stato. 
Nella società moderna la vita dell'individuo è sempre più amministrata dalla collettività che coincide, però, sempre meno con la comunità e sempre di più con lo Stato, in questo modo aumenta il benessere individuale e la libertà di scelta. 
Possiamo quindi affermare che la società moderna è basata sulla razionalizzazione e l'individualizzazione della vita. 
La razionalizzazione  da una parte comporta l'organizzazione delle varie attività, dall'altra un maggiore controllo della società nei nostri comportamenti, mentre l'individualizzazione implica l'aumento della capacità di autodeterminazione dei singoli cioè l'aumento della loro libertà rispetto alla comunità, ma anche una progressiva omologazione delle persone entro gli standard della società. 

La razionalizzazione

Il processo di razionalizzazione del lavoro cominciò verso la fine del 1800 quando Taylor cominciò a parlare esplicitamente di organizzazione scientifica del lavoro. 
Per portare a termine un lavoro in modo ottimale bisogna innanzitutto fornire agli operai un addestramento adeguato e delle mansioni distinguendo le figure direttive da quelle esecutive. 

Questi stessi principi sono applicabili alla burocrazia di uno Stato che per governare in maniera efficiente e razionale si affida alla razionalizzazione del lavoro. 

Il processo di razionalizzazione si caratterizza per l'alto grado di formalizzazione delle procedure e del linguaggio cosi che le direttive possano essere comprese da tutti. La seconda caratteristica è la pretesa di migliorare l'efficacia e l'efficienza delle azioni adottando criteri razionali che consentano di raggiungere gli obbietti in maniera ordinata e con il minor dispendio di energie.
Il termine razionalizzazione è inoltre sinonimo di universalismo poiché ciò che è razionale vale per tutti.
Infine la razionalizzazione è caratterizzata dall'impersonalità delle azioni cioè la loro indifferenza rispetto all'elemento umano. 
È l'uomo che si adatta ai comportamenti e alle scelte di carattere razionale.

L'individualizzazione 

All'interno di un'organizzazione di tipo comunitario la comunità da all'individuo i punti di riferimento principali per la sua crescita e lo aiuta nelle scelte.
Quando l'organizzazione diventa di tipo societario la funzione di guida viene a mancare e l'individuo è costretto a pensare a se stesso e a scegliere da solo. Questo processo attraverso cui l'individuo acquisisce la libertà di scegliere viene chiamato processo di individualizzazione. 
Georg Simmel ha rappresentato graficamente questo processo avvalendosi del concetto di cerchia sociale. 


La società di massa

L'individualizzazione è il processo attraverso cui l'individuo acquisisce la libertà di autodeterminarsi senza dover sottostare alle tradizioni della sua comunità, d'altra parte, però significa solitudine e mancanza di riferimenti certi. 
Inoltre porta con se una forte disuguaglianza tra chi ha le risorse per gestire la propria libertà e chi non le ha. 
La difficoltà di gestire un'esistenza individualizzata produce il fenomeno dell'individualismo, una sorta di malattia dell'individuo odierno. Tutti i fenomeni di comunicazione di massa sono manifestazioni del bisogno degli individui contemporanei di esteriorizzare il proprio io mettendolo in scena nella sfera pubblica. Quest'esigenza è per alcuni psicologi direttamente proporzionale all'incapacità di rispondere alla richiesta di autodeterminazione che la società ci pone. 
Inoltre, nella società, più gli individui sono svincolati da punti di riferimento e canoni, più tenderanno a diventare simili tra loro, subendo un processo di omologazione
La risposta al paradosso per cui il processo di autodeterminazione porta all'omologazione dei soggetti è la standardizzazione, cioè il mezzo attraverso cui le istituzioni sono in grado di governare una complessità sociale sempre crescente. 
Con il termine "società di  massa" si intende una società in cui la massa ha raggiunto la ribalta sociale acquisendo diritti e possibilità prima riservati a pochi. 
La massa si forma, infatti quando si estendono a tutti gli strati sociali i privilegi e i diritti fondamentali come ad esempio una maggiore disponibilità economica, l'istruzione e la partecipazione politica.
Tuttavia ciò produce una massificazione dei comportamenti e delle persone, cioè l'eliminazione delle differenze in nome dell'estensione dei medesimi privilegi.



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